Alfa, construyó algo más que coches...

Equipo conectado

Rafa.GTA

Alfista Veterano

...

1964 Celli-Alfa Romeo

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Alfa Romeo 110i Motor

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1950 Alfa Romeo 115 Ter

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Alfa Romeo J85-GE-13A

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Saludos, ;)
 

Doctor Hackenbush

"No te tomes tan en serio. Nadie más lo hace"
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:eek: ¡Aviones & barcos! Me había perdido este hilo. Un empujoncito antes de que se hunda en el fondo del Foro. ;)


Doctor Hackenbush dijo:
Racer Molinari engine Alfa Romeo n°8 (1971)

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Racer Molinari with engine A. R. De Angelis (1966)

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Racer Molinari engine A. R. Borton n°1 (1972)

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Salud 8)


Salud 8)
 

Rafa.GTA

Alfista Veterano

Aunque no soy ningún experto en aviación, tanto el avión como su decoración me parecen preciosos... CAPRONI Ca100 con motor Alfa Romeo

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Saludos,
 

Doctor Hackenbush

"No te tomes tan en serio. Nadie más lo hace"
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Navasproductions dijo:
El Savoia-Marchetti S.M.79, nació con la idea de ser un pequeño avión comercial, dotado de unos tres motores radiales Piaggio P.XI Stella RC.2 de nueve cilindros y 740hp, destinado a concursar en la carrera MacRobertson en Gran Bretaña y Australia. Volando por primera vez en 1934.
El segundo prototipo, fue modificado ya como bombardero, con ametralladoras de 7,7 y 12,7mm.

Ya en 1937 los primeros aparatos modificados, S.M.79-I equipados con tres motores radiales Alfa Romeo 126 RC.34 de 780cv se destinaron a las escuadras de bombardeo No 8 y 111, siendo enviadas estas unidades en 1937 a España para operara con la Aviacion del Tercio, volando durante la Guerra Civil española con los Nos 27 y 28 con base en las Islas baleares y los
Grupos 29 y 30 Sparvieri.

Éste modelo iba ya bien cargado...;
-Una ametralladora de 12.7mm a traves del techo de la cabina
-Una 12.7mm en posicion dorsal
-Una ane la parte trasera de la gondola ventral y una 7.7mm para defensa lateral.
-Y una carga bélica de un máximo de cinco bombas de 250kg o un torpedo naval de 450mm.

[size=10pt]S.M.79

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VERSIONES CON MOTORES ALFA ROMEO:

S.M.79P prototipo comercial (I-MAGO), inicialmente propulsado por motores Piaggio PIX Stella RC.2; luego con Alfa Romeo 125RC y Alfa Romeo 125 RC.34.
S.M.79B version bimotor, inicialmente montaba motores radiales Fiat A.80 RC.41 de 1030cv, cuatro vendidos a Iraq en 1938; tres a Brasil con Alfa Romeo 128RC.18 de 930cv.
S.M.79-I version de serie con motores radiales Alfa Romeo 126 RC.34 para la Regia aeronautica y la Aerosiluranti; 45 vendidos a Yugoslavia; algunos de ellos con motores radiales Alfa Romeo 128 RC.18, en produccion entre 1936 y 1940.
S.M.79-III conocido tambien como S.759 ; version de serie, bombardero y torpedero; mejor armamento, la mayoria sin gondola ventral (Donde se alojaba uno de sus cañones), motores radiales Fiat A.80 RC.41 de 1.000cv o Alfa Romeo 135 RC.32 de 1.350cv.



Si alguien tiene más info acerca de AR en la aeronáutica, ya sabe.
Un saludo ;)[/size]
 

Doctor Hackenbush

"No te tomes tan en serio. Nadie más lo hace"
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La relación de ALFA con la aviación viene casi desde su nacimiento como marca.



Motor de aviación ALFA 24HP/1910 (1910) [Páginas 13 a 14].

“En 1910, simultaneamente con el nacimiento de ALFA, la aviación pugnaba por superar su primera fase
experimental para reafirmarse.
La travesía de los Alpes era el reto a batir y muchos estudiosos se dedicaron a estudiar el problema.

Antonio Santoni, proyectista colaborador de Merosi, y Nino Franchini, probador y piloto de competición,
ambos de ALFA, proyectaron un biplano con un genial sistema de giro.
Los directivos de ALFA pusieron inmediatamente a sus disposición un local para la fabricación del avión
y de uno de los primeros motores 24HP.

El 15 de noviembre de 1910 el biplano es probado con éxito por Francini ante las autoridades sobre la Plaza
de Armas de Baggio, cerca de Milán, sirviendo posteriormente como escuela de pilotos en el Aeródromo de
Taliedo.

El Director de Alfa aprovechó aquel éxito para confirmar las cualidades de los automóviles del Portello, cuyos
motores eran fiables incluso para un avión.
(En el Museo de Alfa Romeo se puede ver un motor reconstruido según el diseño de la época)”.

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Salud 8)
 

Rafa.GTA

Alfista Veterano

Más imágenes del biplano Santoni/Franchini

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representado a escala (por Marco Rigoni)

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Novembre 1909, Milano. L’A.L.F.A. non è ancora nata ma un gruppo di dirigenti, tecnici ed operai sono al lavoro per dare forma ad un'azienda che intende costruire automobili. Operano all’interno della fabbrica nominalmente sede della Darraq Italiana, azienda francese che assembla e commercializza alcuni modelli di vetture di piccola cilindrata poco confacenti ai gusti dei clienti lombardi.
Il Cav. Ugo Stella è il promotore dell’iniziativa, il Geom. Giuseppe Merosi è il progettista di motori e telai, Antonio Santoni è il capo ufficio disegni e Nino Franchini il capo collaudatore.


Storia del modello del Biplano Santoni/Franchini

Qualche mese dopo aver aperto il capitolo Aviazione nella collezione, fui colpito da un paio di foto del biplano Santoni/Franchini che avevo visto nel libro "Le Alfa di Merosi". Già trovavo grossi problemi a reperire kit per aerei molto più conosciuti e mi resi perciò conto che non avrei trovato alcun materiale utile a realizzare questo modello.
L’alternativa, come già avevo sperimentato nel campo automobilistico, era di trovare qualcosa che ci somigliasse da cui partire con una elaborazione.
Questa soluzione ha bisogno di un prerequisito: conoscere le misure fondamentali dell’oggetto che si vuole riprodurre.
Cercai su molti libri di aeronautica le misure del biplano, ma erano introvabili. Ricorsi allora alla tecnica della ricostruzione sulla base delle due fotografie del libro. Questa tecnica, per un oggetto fotografato in cielo, si basa sulle dimensioni dell’essere umano alla guida dell’aereo. Da lì, tenendo conto delle deformazioni dovute alla prospettiva, si ricava tutto il resto. Il margine di errore è dal 10 al 20%, quindi non indifferente, ma è l’unica via percorribile.
Dopo aver calcolato le misure di larghezza (12 metri), lunghezza (12,5 metri), altezza (3 metri), disegnai lo schema del biplano secondo le tre classiche viste ortogonali. Avevo riprogettato il Santoni Franchini nei minimi dettagli, con tutti i tubi ed i tiranti della struttura, le ruote del carrello, il motore 24 HP, la struttura delle ali, le eliche.
Ho ancora nella memoria del computer il file con il progetto completo.


Ho autocostruito in scala 1/43 l’impianto alare per vedere cosa veniva fuori, in modo da poter utilizzare il modello del motore ricavato da un modellino di auto. E poi me lo sono tenuto lì per mesi sulla scrivania non sapendo come proseguire.
Due anni dopo mi trovavo a Toronto, in Canada, per una riunione di lavoro della durata di alcuni giorni. Durante il weekend entrai in un grande emporio di giocattoli, dove vi erano anche scatole di montaggio. Fui attirato da una scatola della Monogram del biplano Wright, il primo velivolo al mondo. Era un kit introvabile in Italia ed essendo di un biplano, aveva qualche lontana parentela con il mio Santoni Franchini.
Ovviamente la acquistai e non vedevo l’ora di tornare per tentare l’avventura della trasformazione.
Ci lavorai su per settimane ma fu come tentare di trasformare un’ape in un elicottero: certo, entrambi volano e fanno un certo rumore ma proprio non ci azzeccano!
Passò un altro anno ed ecco il colpo fortunato. Ero a Novegro, mostra del modellismo, stand di modellisti milanesi. Vidi alcuni bellissimi modelli di aerei, anni 10/20, autocostruiti, chiesi l’autore ed incontrai Paolo Tosetti.
La settimana successiva portai foto e disegni e partì la realizzazione, ovviamente da zero.
Dopo due settimane il prode sig. Tosetti mi telefona dicendomi: “Non vola”. Risposi: “Ci credo, è un modello statico” e lui “No, no, l’aereo vero non avrebbe potuto volare perché le ali sono troppo larghe e pesanti”. In altri termini, le misure del mio progetto erano sbagliate. In un incontro specifico, decidemmo le varianti e finalmente, proprio in occasione del Natale il biplano Santoni-Franchini era pronto. Non lo misi sotto l’albero ma, opportunamente protetto, sulla tavola natalizia.
Non so quante foto gli ho fatto, ma è certamente uno dei pezzi più prestigiosi della mia collezione, almeno per me.

Tutto finito?

Assolutamente no!
Ho scoperto un anno fa altre foto del biplano e mi sono accorto che le derive di coda non erano a forma pentagonale, bensì esagonale. Ricordo di averne discusso con il modellista, ma a quel tempo le foto sembravano indicare che il pentagono fosse la forma giusta.
Ora veniva fuori il dilemma: mantenere inalterato un modello creato da un artista o modificarlo per rappresentare più correttamente l’originale?
Opzione 2: vado dal mio modellista più esperto e gli sottopongo il problema. Bisogna staccare la coda e rifarla e quindi bisogna conoscere il materiale ed il codice colore utilizzato.
Ma nel frattempo avevo perso i riferimenti del Sig. Tosetti.
Ricerca su internet, giro di telefonate, nuovo numero di cellulare.
Lo chiamo, gli dico che si è rotta la coda e gli chiedo come aggiustarla. Mi suggerisce : “La aggiusti come si faceva sugli aerei veri dell’epoca, ci metta una pezza di stoffa e simuli le cuciture”
Gli ho risposto: ”Mi sembra un’idea grandiosa, cercherò di farlo”.
Trovammo materiale e colore adatti ed ora il biplano Santoni Franchini è una copia fedele di quello del 1910!


Saludos,
 

Rafa.GTA

Alfista Veterano

Artículo de Marco Rigoni, sobre el mini-submarino Sassaroli, propulsado por un motor Alfa Romeo 1001-B a gasolino de 200 CV

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Il minisommergibile “Sassaroli” fu un mezzo d'assalto progettato per conto della 10ª Flottiglia MAS, un'unità speciale della Regia Marina italiana, il cui nome è legato a numerose imprese belliche di assalto, incursione o guerra insidiosa.
La nascita dei mezzi d'assalto navali italiani risale alla Grande Guerra, in cui la particolare situazione geografica e strategica aveva spinto la Regia Marina a studiare mezzi armati che consentissero di attaccare la flotta austro-ungarica all’interno delle sue basi, non esistendo i presupposti per ingaggiare in altro modo combattimenti risolutivi.
Il primo e più importante di questi mezzi fu il MAS, un motoscafo armato di siluri (Motobarca Armata Silurante) poi convertito in mezzo antisommergibile (Motoscafo Anti Sommergibili).
Le prime azioni di guerra all’interno di rade e porti furono una sorpresa per la flotta nemica, ma poco dopo gli austriaci si attrezzarono per la difesa, costringendo la Marina a ricercare soluzioni alternative.

Nel 1917 apparvero i barchini-saltatori attrezzati per scavalcare le ostruzioni e armati di due siluri, ma anche questi risultarono facilmente individuabili e vulnerabili. L’anno successivo fu messa a punto una nuova soluzione, costituita da un apparecchio semisommergibile (semovente Rossetti), molto simile ad un siluro, che permetteva a due abili nuotatori di avvicinarsi al bersaglio per poi applicarvi una potente carica esplosiva.
Dopo varie prove nella laguna di Venezia fu deciso un attacco al porto di Pola dove erano alla fonda grandi unità della Marina austriaca. Alle 6.30 del 1° novembre 1918 la corazzata Viribus Unitis di 21370 tonnellate affondò capovolgendosi dopo la regolare esplosione della carica piazzata dal semisommergibile. Tre giorni dopo l’Italia usciva vittoriosamente dalla prima Guerra Mondiale.

Lo sviluppo di nuovi mezzi d’assalto riprese nel 1935 in occasione della guerra d’Etiopia, ed è proprio di quegli anni l'approntamento del semovente e del motoscafo esplosivo dai quali nacquero successivamente il Siluro a Lenta Corsa, detto maiale, ed il barchino esplosivo, o Motoscafo Turismo, che sarebbero stati impiegati con successo nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1940/41, in previsione dell’entrata in guerra, l’organizzazione della Marina italiana subisce alcuni cambiamenti: viene costituita nel marzo 1941 la 10ª Flottiglia MAS, una unità autonoma con il compito di "affondare/danneggiare naviglio nemico da guerra e mercantile".
I mezzi in dotazione spaziavano dai vari tipi di motoscafi armati di siluri, ai maiali, ai barchini esplosivi ai minisommergibili; di quest'ultima categoria faceva parte il sommergibile veloce "Sassaroli", progettato dall’Ing. Licio Sassaroli per conto della 10ª MAS; il prototipo venne progettato presso la S.I.A.I. Marchetti di Sesto Calende nella primavera del 1944.
Il "Sassaroli" era un piccolo e veloce sommergibile del tipo detto "tascabile", idoneo ad operare fino ad una profondità massima di 30 metri. Condotto da un solo uomo di equipaggio, dotato di respiratore, portava agganciato sotto lo scafo un siluro da 450 mm. Lo scafo, in compensato aeronautico di sezione cilindrica, aveva un diametro di 1,30 m ed una lunghezza di 8 m.
Il propulsore, posizionato nella zona poppiera, era un Alfa Romeo 1001-B a benzina da 200 HP a 1500 giri/min, che consentiva al mezzo di muoversi alla velocità di 18/20 nodi in superficie e di 28/30 nodi in immersione, con una autonomia di circa due ore.
Esistono versioni contrastanti circa l’approntamento del prototipo ed il suo collaudo: di certo lo scafo nudo fu trasportato a La Spezia così come non ebbe alcun seguito produttivo in quanto cessarono le operazioni belliche. Rimane il fatto che il motore Alfa Romeo era in grado di assicurare una velocità di 2 o 3 volte superiore ai mezzi della stessa classe: l’Alfa andava forte anche sott’acqua!


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Storia del modello in scala del sommergibile Sassaroli

La scoperta dell’esistenza del sommergibile Sassaroli fu quasi casuale e non deriva dalle frequentissime ricerche nell’Archivio Storico Alfa Romeo, dove di questo mezzo non esiste alcuna traccia. La ricerca risale alla fine del 2003 ed ha origine dalla foto del motore 6c 2500, versione marina, trovata su uno dei tanti libri sulla storia dell’Alfa e dalla citazione, su un volume in inglese, dell’utilizzo dei motori Alfa sui MAS.
Dopo diverse visite in varie librerie trovai un volume dal titolo "I mezzi d’assalto della 10ª flottiglia MAS", il titolo mi sembrò quello giusto e quindi lo acquistai. Appena a casa, tolsi la classica protezione in plastica e lo sfogliai con una punta di emozione: mi apprestavo a scoprire il ruolo dell’Alfa nella Marina da guerra, un argomento del tutto nuovo nello scenario della mia passione. Ma, con stupore, mi resi conto che dei MAS non vi era alcuna traccia. Si parlava di motoscafi, di maiali, di sommergibili, ma non delle imbarcazioni che stavo cercando io. Molto deluso, presi il libro e lo misi insieme agli altri.
Dopo alcune settimane, spinto dalla curiosità, tornai a leggere il libro e, dopo un po’ di pagine, la sorpresa: i motoscafi d’assalto della 2^ guerra mondiale, nelle varie versioni equipaggiati con motori Alfa 6c 2300 e 6c 2500: un vero tripudio!
Subito la mente si scatena alla ricerca di possibili fonti modellistiche, ma le sorprese non sono finite... A pagina 163, al capitolo "Prototipi, mezzi sperimentali e progetti", trovo una bella descrizione ed un bel disegno, ahimé senza alcuna dimensione, del sommergibile "Sassaroli", udite, udite, con motore Alfa Romeo 1001-B.
Non stavo più nella pelle perché in quel momento avevo scoperto addirittura una nuova dimensione dell’Alfa: quella subacquea! La ricerca dei modelli delle imbarcazioni di superficie diede, a quel tempo, esito negativo, e allo stesso risultato negativo approdai con la ricerca del modello di sommergibile. Mi feci comunque una certa cultura sui modelli di navi esistenti in commercio in giro per il mondo.
Il disegno e la descrizione del sommergibile mi stimolarono la fantasia, se il modello non c’era, si poteva però costruire da zero: dopotutto assomigliava ad un cilindro con un po’ di aggeggi sopra e sotto, davanti e dietro.
Partendo dalle due uniche dimensioni citate nella descrizione, diametro e lunghezza, e utilizzando il disegno, ricavai le tre viste ortogonali del sommergibile, con tanto di quote di dettaglio, feci anche due disegni in prospettiva di tre quarti anteriore e posteriore. La scala che più mi sembrava adatta era 1/35, una delle classiche dei mezzi militari. Ovviamente questo mi richiese alcune settimane


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Intanto siamo giunti a maggio 2004.
Armato dei miei disegni, comincio a proporre la realizzazione del sommergibile ai modellisti abituali. Dopo alcuni rifiuti motivati da diverse ragioni, il più giovane tra essi mi dice "E perché no? Si può provare" (una frase destinata a diventare celebre, poiché premessa di realizzazioni artistiche di altri modelli unici).
La "scultura" richiese diversi mesi, durante i quali ci furono innumerevoli incontri per verificare che il sommergibile stesse prendendo forma secondo il disegno originale.
Inoltre l’artista prese il sopravvento sul modellista ed il risultato, come si vede dalla foto, fu l’officina dell’Ing. Sassaroli, con quest’ultimo di fianco al sommergibile intento ad analizzare i disegni del mezzo posti sul tavolo di lavoro.
Il "Sassaroli" entrò in casa mia in primavera 2005, dando un nuovo senso di "profondità" a tutta la collezione


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Saludos, :eek:
 

Jota Jota

Giuliettista!

Un submarino?? Madre mía !!
Los barcos molan un montón ;D ;D
 

Doctor Hackenbush

"No te tomes tan en serio. Nadie más lo hace"
Usuario Premium

;D


Otra curiosidad, otro hilo del que tirar. ;)


Salud 8)


Officine SARA: Studi Attrezzature Realizzazioni Automeccaniche


“La Officine SARA es un complejo de almacenes industriales y bloques de mampostería y de hormigón
armado, relacionados con el procesamiento de la viscosa, ahora demolidos o convertidas a otros usos.

La viscosa, inventada en 1904 por Hylaire de Chardonnet, es una fibra artificial con múltiples usos: puede
sustituir a los plásticos, hilarse para la confección de tejidos, o incluso convertirse en celofán o en soporte
para plículas.
En 1939 los dos principales fabricantes, CISA y SNIA, se asociaron nacionalizando su producción y en la
reorganización consiguiente, las instalaciones de SARA en Via Monte delle Capre, 23-37, se dedicaron a
a la producción de máquinas para la hilatura y tejido del rayón o ‘seda artificial de viscosa’.

A medida que los vientos de guerra soplan con más fuerza SARA se centra en la máquinaria para la fabricación
de celofán y también - con licencia OMI Ottico Meccanica Italiana - las cámaras ‘SARA-Nistri’de reconocimiento
aéreo y planimetría.
Posteriormente, durante la guerra, también se fabricaron dispositivos de señalización óptica y puntería (mirillas,
colimadores, etc.) y otro armamento de precisión .

Tras la Liberación, D. Francesco Maria Oddasso, presidente de CISA, dándose cuenta de que la era de la
viscosa llegaba a su fin, le confió la gestión de la Officine SARA al joven abogado Telemaco Corsi, con la
tarea de reciclar (desmontando, montando y reinventando) la chatarra e inútiles despojos dejados por la
guerra.

Tanques, vehículos blindados, camionetas, motocicletas (pero también cañones y aeroplanos) se reciclaron
en vehículos civiles, especialmente motocicletas para la Policía y ambulancias.

Pero en la Officine SARA nacieron también los llamados “scooters marinos”: unas pequeñas embarcaciones
de recreo que originariamente habían servido como lanchas de asalto al servicio de la ‘Regia Marina Italiana’
transportando 300 kg de TNT hasta el casco de las embarcaciones enemigas.

Tras la guerra, y equipados con los nuevos motores Alfa Romeo de 80 CV se convirtieron en el asombro
del Tiber alcanzando una velocidad de 32 nudos
(casi 60 km/h) lo que es una velocidad muy notable sobre el agua”. [Antonello Anappo]



 

Doctor Hackenbush

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Unos cuantos barcos más o menos identificados. ;)

Alfa Romeo 3 Litros V6 24 vávulas 'Electronic Fuel Injection'

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Alfa Romeo 2.4 20v JTD 175 L'AR 233 Superleggera

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"Racers" con motor Alfa Romeo

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Salud 8)
 

Jota Jota

Giuliettista!

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Me encanta :eek: , tiene la trasera mas deportiva que muchos coches ;D ;D
 

Jota Jota

Giuliettista!

Vaya tela, tocaron todos los ramos de motor ;D
El Alfa Caproni en su rojo Alfa y con el emblema y todo ;D
 

Rafa.GTA

Alfista Veterano

Creo que este "artefacto" no había aparecido por aquí todavía...

Idroscivolante T108

At this years Venice Boat Show , an interesting craft made its appearance after a seven month reconstruction by the Dalla Pieta boatyard of Venice – Malcontenta. The boat is Idroscrivolante T108 powered by an Alfa Romeo 9 cylinder radial aircraft engine.
The T108 Idro participated in the famous Pavia –Venezia race between the years 1933 and 1938 , piloted by Colonel Prospero Freri. These were the years that the race was dominated by Theo Rossi ( 1933, 1934,1935) of vermouth fame and Col.Renato Donati (1936,1937) who also held the world altitude record at that time in the Alfa powered Caproni Ca.113.AQ.
The attached photos show the original condition of the boat ,as it was delivered to the yard and the beautiful finished item, the reconstruction of which was sponsored by the yard itself.
The T108 actually belongs to the Civic Museum of Naval Education Milan and will be displayed and stored at the Leonardo da Vinci museum in Milan.
This of course not the only boat powered by an Alfa Romeo aircraft engine probably the most famous being the Sant’ Ambrogio 11 of Achille Castoldi which featured an Alfa Romeo AR RA 1000 rated at 1.800hp and was capable of at least 124MPH.
Details of Idroscivolante T108
Weight 1.5t
Depth 7.95m
Width 2.80m
Skate Width 0.80m
Speed 130 km/h
Engine 9cyl Alfa romeo.

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para saber más...

http://www.altomareblu.com/t-108-idroscivolante/

Saludos, :eek:
 

Doctor Hackenbush

"No te tomes tan en serio. Nadie más lo hace"
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Están saliendo auténticas maravillas de las que ni había oído hablar. Gracias RafaGTA. ;)

Salud 8)
 

Doctor Hackenbush

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Un Alfa Caproni CA 100.

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Salud 8)
 

Doctor Hackenbush

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Salud 8)
 
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