10. Vehículos industriales Alfa Romeo: Maquinaria, camiones y furgonetas

Foreros presentes

Doctor Hackenbush

"No te tomes tan en serio. Nadie más lo hace"
Usuario Premium

Una rareza como pocas.
En su día salió un a foto cutre en blanco y negro, creo recordar.
Y no tengo muy claro su utiliadad. :D
 

Brera64

Gigante Alfista

De lo que no tengo ni idea es de cómo lo usarían...
No me imagino a un pobre recluta con el equipo puesto justo detrás, la "macchina del vento" ponerse en marcha y el paracaidista volando por los aires a su suerte:LOL::LOL::LOL:
 

Brera64

Gigante Alfista

Joder, pues el asunto me tenía intrigado y tras seguir investigando el tema resulta que la "macchina del vento" la utilizaban más o menos como yo me temía:

alfa-matta-del-vento.jpg
Me alegro de haberme alistado en La Legión y no en la Brigada Paracaidista como tenía pensado en un principio:LOL::LOL::LOL:
 

alfa

Administrador
Miembro del equipo

Una rareza como pocas.
En su día salió un a foto cutre en blanco y negro, creo recordar.
Y no tengo muy claro su utiliadad. :D

Pues curiosamente está muy bien documentado. Este invento se usaba para inflar paracaidas y que los paracaidistas pudieran paracticar en tierra como soltarse del paracaidas cuando hacía viento y eran arrastrados por el suelo. Estos italianos piensan en todo.
Hasta nuestros días ha llegado incluso el manual de cómo se tiene que usar:




Libretto_vento_1.jpg Libretto_vento_2.jpg Libretto_vento_3.jpg


La "Macchina del Vento".​


Venne allestita circa nel 1959/1960 dall'O.A.R.E. di Bologna per essere destinata all'addestramento prelancistico dei Paracadutisti ed è derivata da una Matta, esattamente il telaio *01235* prodotta il 17/12/1953, opportunamente modificata e completata con un dispositivo per la generazione del vento. Le modifiche riguardarono i seguenti complessivi: la trazione posteriore alla quale è stato tolto l'albero di trasmissione ed il ponte posteriore è stato sostituito da un assale tubolare portante allargando la carreggiata da 1,290mt a 1,970mt; il cambio di velocità è stato modificato lasciando sempre in presa la trazione anteriore il cui movimento è regolato dalla leva comando riduttore che può assumere tre posizioni: marce normali, marce ridotte e folle, inoltre al cambio è stato applicato il gruppo presa di forza già previsto come opzionale dall'Alfa Romeo; il telaio venne modificato asportando la parte posteriore montando un elemento più largo per consentire l'applicazione del convogliatore; la carrozzeria venne modificata come si può vedere dalle foto; inoltre sono stati aggiunti gli organi per la produzione del vento e per la trasmissione del moto dalla presa di forza all'elica, in parte costruiti a cura dell'O.A.R.E. ed in parte costruiti dalla stessa Alfa Romeo, e cioè: albero di trasmissione per collegare la presa di forza con il gruppo riduttore-invertitore, il gruppo riduttore-invertitore (originale Alfa Romeo), il gruppo di rinvio, il gruppo albero porta elica, l'elica, il convogliatore d'aria, i doppi comandi.


Dalle notizie che si sono potute rintracciare risulterebbe l'unico esemplare prodotto, a conferma di ciò si noti, come dimostrato dalle copie delle foto interne del manuale di uso stampato dall'Oare in maniera artigianale, che in effetti la targa dell'esemplare fotografato risulta essere la stessa riportata sul dispaccio di vendita rilasciato dal Reparto che vendette la vettura alla ditta che si aggiudicò l'asta, e dalla quale poi venne acquistata la Matta dagli attuali proprietari.


La matta venne ritrovata in circostanze fortunose: Armando, da sempre appassionato di moto ma corrotto anche dalla passione per la Matta che conobbe sull'Altipiano di Asiago ai tempi delle "braghette corte" durante le ferie estive, ricevette la segnalazione telefonica da un altro "motard Ducatista" che dalle parti di un paesino nell'Appennino modenese, divenuto anche celebre per le bollicine di coca . . . cantate da un suo famoso cittadino, c'era una Matta molto strana. A quel tempo il . . . tempo . . . a disposizione per i due "soci" era parecchio ed un giorno di agosto del 1992 si decise il raid. Quando videro la matta i due restarono ovviamente un poco basiti, non capendone granchè l'utilizzo e neppure, di primo acchito, l'unicità. Il fiuto però fu quello giusto: si decise di portarla comunque a casa nonostante il prezzo (e con un trasporto speciale a causa delle dimensioni) e dopo alcuni mesi (la fattura di vendita è datata 28/05/1993) e parecchie chiacchiere con il simpatico Temprati (venditore) che si stupiva di essere riuscito a vendere tale esemplare dopo che la vettura rimase per anni invenduta seppure in bella vista (ma dov'erano i cultori dei motori ??? . . . Per fortuna avevano la vista adombrata dal Lambrusco!!!) sulla Bazzanese presso un parente rottamaio, la matta venne portata a casa e ricoverata in un capannoncino. Rimase lì fino a quando Franco, nel frattempo diventato amicone, arrivò dalle parti di Dolo circa 7/8 anni dopo l'acquisto: il miracolo si compì. La Matta con l'aiuto delle mani fatate di Franco, la sola sostituzione delle candele ed il tipico "litro" di benzina buona, dopo alcuni colpi di tosse partì. Chissà dopo quanto tempo tornò a vivere il suo motore, e tutto il resto, dall'ultima messa in moto!!


Quelle riportate sotto sono alcune foto della Macchina del Vento come si trova oggi e cioè come è stata ritrovata. La Matta è perfettamente funzionante, sia motore che meccanica. Produce ancora un bel vento !!! Ideale il suo utilizzo nelle calde giornate estive . . . anche senza dover essere "apprendisti paracadutisti". Si pensa in un prossimo futuro di operare un restauro conservativo sulla sola carrozzeria per togliere la fastidiosa ruggine che ha intaccato alcune parti soprattutto della parte anteriore. Qui non è riportato, ma è conservato anche l'originale ma ingombrante paraurti anteriore che si vede dalle foto dell'epoca.



capannone_29.04.png
capannone_29.04_1.png
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Libretto.jpg
Questa è la copertina del manuale della vettura che probabilmente, come la Matta, venne stampato e prodotto in unico esmplare. Anche esso venne ritrovato fortunosamente attraverso un amico (Massimiliano) che se ne è privato rinunciando al "pezzo" per la sua personale collezione di libretti militari, avendo saputo che la vettura era di nostra proprietà: egli quindi ritenne giusto che tale unica Matta fosse corredata da tale unico libretto originale e lo cedette con un gesto per il quale si meriterà sempre stima. Il manualetto oltre a contenere alcune interessanti norme di manutenzione dalle quali si evince chiaramente il carattere sperimentale di questa vettura e del suo apparato, contiene anche alcune foto dell'epoca che ritraggono la Matta nelle condizioni d'uso.
Foto_addetto.JPG
Alcune delle foto interne: si noti che la vettura è verniciata con un colore piuttosto lucido, che probabilmente è il kaki oliva in dotazione negli anni 50 all'E.I. Si notino i comandi manuali per poter dirigere la Macchina del Vento.
Foto_uso.jpg
Da queste foto si può dedurre quale fosse il modo di utilizzo della Macchina del Vento: veniva posto al giusto regime di rotazione il motore ed operando le opportune manovre si faceva arrivare il moto all'elica che produceva una ragguardevole quantità di "vento" artificiale. In questo modo quindi si faceva fare l'addestramento alle reclute facendone gonfiare il paracudute e facendo così scivolare all'indietro i militi.





Come si può notare da queste foto della Macchina del Vento, tratte dal manuale già citato, la targa militare della vettura fotografata è E.I.17251, ed è la stessa riportata sul dispaccio di vendita e corrispondente al numero di telaio A.R. AR/51 *01235* la cui copia è ritratta più sotto. I due lotti di vendita erano costituiti dalla Matta e da una Campagnola 1107A che il Sig. Temprati, alla data della trattativa per l'acquisto della Matta stessa, disse di avere già venduto. Come si può vedere l'asta venne svolta nel luglio del 1989, i lotti vennero pagati, e si presume quindi ritirati, nell'agosto del 1990. Passarono quindi due anni durante i quali la Matta fu lasciata dapprima in mostra presso un rottamaio, e poi fu portata a Zocca dove venne ritrovata ed acquistata.
Foto_targa.JPG


Dispaccio.jpg







Dal manualetto "Istruzione sul funzionamento, impiego e manutenzione" si riportano interessanti "Norme di impiego e manutenzione": " il complesso macchina del vento è stato allestito a scopo sperimentale e pertanto solo l'impiego prolungato potrà fornire elementi sicuri per giudicare della sua attitudine ad assolvere i particolari compiti cui è destinato. E' tuttavia necessario che durante il periodo di impiego sperimentale vengano osservate le seguenti norme di carattere generale scaturite dai risultati delle prove effettuate in sede di collaudo:


tenere in moto il complesso produttore del vento per un massimo di 45', fermando il motore per 15'. Durante il funzionamento alternare le accelerate massime, della durata di due o tre minuti, con pause di qualche minuto al regime minimo;


verificare giornalmente il livello olio motore; cambiare l'olio motore ogni 30 ore di funzionamento;


ogni 300 ore sostituire l'olio contenuto nelle scatole cambio, gruppo riduttore-invertitore, carter catena e scatola gruppo elica".
 

Doctor Hackenbush

"No te tomes tan en serio. Nadie más lo hace"
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Ha cumplido 100 años Bruno Magnaghi, diseñador entre otros de los AR 146 (Magnagona) y AR 148 (Magnaghina).

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Doctor Hackenbush

"No te tomes tan en serio. Nadie más lo hace"
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Un ejemplar muy guapo, Brera.
 
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